Elogio del bruttino

In vita mia ho avuto uomini bellissimi, a partire dal mio primo marito fino all’ultimo amante vanilla.  Uomini con facce da attori e corpi scultorei, uomini che facevano girare le donne per strada.

Sono un’esteta, una che ama il bello in ogni sua manifestazione e quando il bello si traduce in forma umana, rimango affascinata irrimediabilmente e tendo a impossessarmene, o meglio, a impossessarmi della forma, dell’immagine, per fissare per sempre la bellezza. Fare foto , infine , serve a questo. A rendere immortale la bellezza.

Bellezza ed eros, però, hanno ben poco  in comune. Questo l’ho capito solo qualche anno fa.

Ci fu un uomo, piccoletto e bruttino, ossessionato dalla mia bellezza, che mi inseguì per mesi e mesi. Me lo ritrovavo sempre attorno e non bastava cambiare città o nazione, dopo un po’ lo vedevo comparire, sorridente e gentile ma, diceva lui,   pronto a tutto per avermi.

Lui me lo ripeteva sempre, “farei di tutto per te”. Io ridevo, lo schernivo e mi allontanavo sottobraccio al bello di turno.

Un giorno però mi stancai e quando, per l’ennesima volta, lo vidi sbucar fuori  all’improvviso nel mezzo di una festa , gli dissi “ok, l’hai voluto tu!”. Lo spinsi contro il muro e gli strinsi i genitali con forza. Lui si piegò in due dal dolore ma la faccia che aveva era trionfante  e sussurrò “grazie”.

Gli mollai uno schiaffone. Lui cadde in ginocchio ai miei piedi e mi baciò una scarpa. Gli tirai un calcio. Lui continuava a sorridere e ringraziare. Gli diedi un altro calcio ma arrivò qualcuno a fermarmi. Me ne andai infuriata; quella scena, però,  mi rimaneva nella testa e stranamente mi faceva sentire eccitata.

Dopo una settimana lo rividi a un party. Mi guardava da lontano sorridendo e io desiderai di averlo sotto i miei piedi.

Come andò a finire si può bene immaginare. Devo dunque a  un piccoletto bruttino e ostinato  la scoperta delle mie pulsioni erotiche più profonde.

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