Blue

Un ballon medio, blue curaçao, gin, acqua tonica, fettina di lime, ghiaccio in abbondanza.
L’aperitivo è servito. Pop corn di contorno, cani che giocano sullo sfondo.
Le due ore prima di cena, dalle 18 alle 20, happy hours, il tempo migliore della giornata.
Tasso alcolico in crescendo, lingua sciolta e ricordi che si accalcano alla bocca dello stomaco.
O alla bocca del cervello.
Che diavolo, non si parla mai della bocca del cervello!
Quel luogo cavernoso dove spariscono come in un buco nero i pensieri, i ricordi, le sensazioni e le emozioni.
La bocca del cervello, che tutto inghiotte e tutto mangia ricacciandolo fuori solo dopo, nel tempo, sotto forme diverse, sottilmente adulterate, cambiate, rivisitate da madama memoria, smussate dal vigile super-m-io, censore con cesoie affilate, un edward mani di merda che ci cambia i ricordi e la vita…la vita.
Io che ne ho passato già la maggior parte, che’ , diavolo, mica ci arrivo a 100 anni!  io che son qua sul lato in discesa della montagna fatata, che vuoi che faccia di me che manco mi ricordo dove ho parcheggiato l’auto!
Però mi ricordo il sapore dei mango maturati sull’albero e quello nettarino delle banane raccolte dal banano. Non si dice nettarino, lo so, ma rende l’idea.
E poi, cazzo, sarò ben libera di inventarmi  le parole che mi necessitano?
Le parole che rendano l’idea di quel che è l’Africa o la Polinesia, del profumo che hanno gli incensi in India e del rumore che fa il mare quando c’è un uragano.
Mi son persa, il blue fa effetto e mi sembra che sia ora di procedere con il risotto agli asparagi.
Ah, lo sai che poi la piscia puzza da matti , vero? Lo sai che una volta feci un dispetto a …lo sai già? te l’ho già raccontato? ma per davvero? che vecchietta sciagurata che sono !

Tintin di cubetti di ghiaccio ormai sciolti, la fettina di lime giace sul fondo. Siamo alla frutta, cherie, e pensare che sembra ieri tutto quello splendore di antipasti.

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