La Dea usurpata

Se esiste qualcosa o qualcuno che si possa avvicinare o assimilare alla divinità, queste sono le donne. La nostra deità si traduce nella capacità di generare , di creare altra vita. Siamo il mezzo di cui si serve il Mistero per trasportare la vita da un mondo all’altro. Cosa c’è di più divino in questo mondo terreno? Siamo traghettatrici di vita, siamo il mezzo prescelto . Eppure, nei millenni, questa nostra peculiarità, anziché renderci il merito e il rispetto che ci spetta, ci ha rese schiave. Ci ha viste usurpate, straziate, degradate proprio perché la nostra vicinanza alla deità ha fatto si che il maschio si rendesse conto della sua “non-deità” ovvero del suo essere mortale. E da lì in poi è stata sua cura mortificarci il più possibile, cancellando la nostra santità come fa qualsiasi usurpatore che si sostituisca all’usurpato. Persino la deità è diventata maschio, come se fosse il corpo del maschio a concepire e dare la vita. In Natura il maschio è considerato accessorio, è la femmina che sceglie il maschio , è la femmina che crea-confeziona la vita. “L’impollinatore” è secondario ed è scelto rigorosamente dalla femmina. E’ nella in-cultura umana che si è agito abusando a tal punto la Donna da rendere pater familia il maschio. Ebbene, siamo noi donne la Mater familia, siamo noi donne le detentrici della scelta . Siamo noi che scegliamo a chi dare o no una discendenza, ossia un’illusione di eternità. Siamo noi che deifichiamo il seme del maschio ospitandolo nel nostro ventre. Al maschio spetta un ruolo comprimario e tutti i maschi che nella lunga storia scellerata dell’umanità si sono ribellati al loro ruolo secondario e hanno obbligato una femmina a eternizzare il loro DNA , hanno solo commesso un sacrilegio, un affronto scellerato alla legge di Natura. E i risultati li vediamo oggi.

Un pensiero su “La Dea usurpata

  1. Le sfasature ed i contrasti che generano sofferenza

    I nostri gusti e le nostre preferenze, spesso hanno un collegamento con un percorso evolutivo lungo, complesso e mai lineare.
    Le donne con le gambe storte sono meno attraenti perché la loro conformazione ci comunica qualche problema nel metabolismo del calcio, i visi dai tratti proporzionati sono considerati belli anche perché testimoniano di un equilibrato e sincronizzato fluire dei diversi ormoni, infatti quando l’ormone della crescita continua a funzionare anche dopo il periodo d’accrescimento, agisce solo sulle cellule del naso e di alcune parti della mascella. Questo, tende a conferire alle persone che non hanno perfettamente sincronizzati gli ormoni della crescita con quelli dello sviluppo sessuale, una fisionomia (il naso grande ad esempio) per noi poco gradevole. I fianchi larghi ed un seno proporzionato, in una donna comunicano la capacita’ di ospitare agevolmente la prole e di nutrirla nel primo periodo di vita, i fianchi stretti e le spalle larghe in un maschio testimoniano della predisposizione a correre senza produrre oscillazioni sulla colonna vertebrale e quindi un’efficienza negli spostamenti insieme alla capacita’ portare pesi ecc.. ecc..
    Quindi una parte dei nostri gusti, soprattutto quelli relativi all’altro sesso hanno un’origine nella nostra storia evolutiva e sociale. E la tua considerazione che anche dal punto di vista psicologico qualche influenza vi sia stata, mi pare ragionevole. Questa predisposizione, che è stata selezionata nei millenni e che è diventata parte del nostro corredo genetico ha tempi di fissaggio e di trasformazione molto lunghi, mentre la nostra trasformazione culturale e sociale ha tempi molto piu’ rapidi. Sostanzialmente, noi dal punto di vista fisico e olfattivo abbiamo gusti fissati nel nostro corredo genetico nel periodo paleolitico e neolitico, mentre dal punto di vista psicologico siamo il frutto delle sedimentazioni culturali e delle trasformazioni avvenute all’incirca negli ultimi 150 anni, dalla rivoluzione industriale in poi. Le macchine che abbiamo inventato per sollevare pesi, per arare, per spostarci e per “difenderci” hanno reso superflue le caratteristiche fisiche attraverso le quali ancora selezioniamo coloro con i quali riprodurci. Sempre piu’ importanti diventano dal punto di vista dell’affermazione degli individui ed i gruppi sociali le caratteristiche mentali, la memoria, la creativita’, la capacita’ a reggere lo stress rimanendo concentrati ecc..ecc..
    Albert Einstein, il genio assoluto degli ultimi secoli, era un ometto con il quale poche donne, ancora oggi, accetterebbero di mescolare il loro patrimonio genetico. Al tempo stesso mentre nei paesi avanzati assistiamo ad un calo della natalita’ figlio delle sollecitazioni che molti individui ricevono da un mondo sovrapopolato, nelle zone piu’ povere assistiamo ad un’esplosione della natalita’ secondo parametri del passato che per loro è presente. Contemporaneamente coppie omosessuali danno continuita’ al patrimonio genetico di uno dei due partner usando l’utero in affitto, pratica che presta il fiancoa a nuove forme di schiavitu’ delle donne povere.
    In questa situazione confusa e fatalmente contraddittoria, desidero focalizzare l’attenzione su un aspetto: oggi risulta molto piu’ visibile che nel passato la sfasatura esistente fra le predisposizioni istintive che proviamo nella scelta del partner e la nostra formazione culturale e sociale. Questo è fatalmente fonte di equivoco, insoddisfazione e di sofferenza.
    Difficile pensare ad un riallineamento senza ricorrere alla manipolazione genetica degli umani…pertanto dovremo imparare a convivere con questa sfasatura che minaccia il nostro equilibrio psicologico. La consapevolezza di essere portatori di pulsioni contrastanti e fra loro spesso in conflitto, puo’ aiutarci ad essere piu’ tolleranti verso noi stessi e di conseguenza verso gli altri… Il tuo blog in questo senso mi appare una felice e stimolante sintesi di questa situazione e la dimostrazione che la sensibilita’ ed il punto di vista femminile, pur con i suoi contrasti, molto ha da insegnarci e puo’ essere una luce nelle nebbie di questo caos.
    mi permetto un abbraccio Signora

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